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Storia

Le vicende storiche narrate/cantate dal coro Le Voci dal Fronte, ripercorrono in maniera fantasiosa ma non troppo quelle di un ipotetico 1° plotone, nominato “il Simpatico”, inquadrato nella 69a cmp detta “La Fulmine” facente parte del Battaglione Alpini Gemona, uno dei più decorati e gloriosi dell’intero Regio Esercito Italiano (prima), Esercito Italiano (poi), il cui motto è indissolubilmente impresso in ognuno dei suoi Alpini, MAI DAÛR (traducibile dalla lingua Friulana in “mai indietro”).

Il “Gemona” nasce ufficialmente il 10 luglio 1887 a seguito del cambio di denominazione del battaglione “Val Tagliamento”. Dopo un rapido insediamento al 6° rgt alpini trova casa assieme alle sue 4 compagnie (69a-70a-71a-72a) al 7° rgt alpini di Conegliano. I cappelli del “Gemona” e quindi anche quelli della 69a cmp vengono dotati della nappina verde, ad indicare il 3° btg di reggimento.

Nel 1888 la 69a cmp partecipa alla campagna d’Africa in Eritrea, (la prima guerra coloniale per gli alpini) nell’organico di uno speciale battaglione di formazione. La spedizione militare termina senza perdite per i nostri soldati, i quali rientrano agli ordini del “Gemona” l’anno successivo.

Il 1° ottobre 1909 l’intero battaglione passa sotto il comando del neo-costituito 8° rgt alpini, cambiando il colore della nappina da verde a rossa, indicante il 2° btg di reggimento.

Con l’inizio del primo conflitto mondiale, il “Gemona” ed i soldati della 69a cmp occupano importanti posizioni sulle alte montagne carniche di confine. Lì resteranno per due lunghi anni e mezzo.

29 mesi di sofferenze tra le montagne, sotto il fuoco del nemico, gelati dal clima implacabile delle vette carniche, dopo aver difeso le cime e costruito ricoveri, sentieri, strade, ponti, il “Gemona” è costretto a ripiegare a seguito del tracollo di Caporetto. Il battaglione protegge la ritirata ma i continui scontri ne decimano l’organico con morti e prigionieri.

Quel che resta del battaglione raggiunge il Monte Grappa dopo un cammino lungo centinaia di chilometri; il 18 novembre 1917, per ordine del Comando Supremo il “Gemona” è sciolto ed i superstiti della ritirata vengono assorbiti in altri reparti. Le azioni militari svolte dal “Gemona” sul fronte carnico, valgono al labaro dell’8° rgt Alpini la Medaglia d’Argento al Valor Militare.

Il 1° settembre 1919 il “Gemona” viene nuovamente ricostituito grazie al cambio di denominazione di un altro battaglione, questa volta è il “Monte Arvenis”. Nel primo dopo guerra sono numerosi gli aggiustamenti che riguardano il “Gemona”, fino al definitivo inquadramento nella Divisione Alpina Julia, sempre agli ordini dell’8° rgt alpini.

Nell’aprile del 1939 il btg viene inviato via mare, per addestramento, in Albania in previsione di un’offensiva contro la Grecia avviata ufficialmente il 28 ottobre 1940; inizia così la campagna greco-albanese. Condizioni estreme; abbondanti piogge prolungate, fango, un inverno rigido e nevoso, accompagnano il battaglione durante le offensive.

Nel marzo 1941 la 69a cmp è dislocata su uno dei monti simbolo di questa campagna militare, il Golico. Dopo settimane di combattimenti la montagna è presa dalle truppe italiane, ma la nostra compagnia viene quasi completamente annientata come il resto del battaglione.

Un anno dopo gli scontri sul monte Golico, dopo un periodo di presidio del territorio nel Peloponneso, inizia il rimpatrio delle truppe (e del “Gemona”) via mare anche per il viaggio di ritorno. Il 28 marzo 1942 mentre il piroscafo Galilea viaggia da Corinto alla volta dell’Italia, le condizioni climatiche non sono le migliori per la navigazione. Sul “Galilea” vi è imbarcato l’intero Battaglione Alpini Gemona, composto di 23 ufficiali, 27 sottufficiali e 639 alpini di truppa.

Il sommergibile inglese “HMS Proteus” di pattuglia nelle acque del canale d’Otranto, alle 23.45 silura il Galilea sul fianco sinistro. Uno squarcio nello scafo, l’acqua e poi l’abisso. Per il “Gemona” non c’è scampo. Nelle fredde acque del mediterraneo perì praticamente l’intero battaglione: 21 ufficiali, 18 sottufficiali e 621 alpini, il 96% dei soldati. Mai Daûr Glemone.

Ancora una volta ricostituito, dal settembre 1942 il “Gemona” è impiegato nella campagna di Russia. Numerosi violenti scontri all’arma bianca interessano la 69a cmp, i russi non mollano e nel gennaio ’43 costringono le truppe italiane al ripiegamento verso Nikolajevka. Per il “Gemona”, morti e prigionieri, pochi soldati faranno ritorno “a Baita”.

I fatti d’arme delle campagne di Grecia-Albania e di Russia, grazie all’apporto del battaglione Gemona valgono al labaro dell’8° rgt alpini ben 2 Medaglie d’Oro al Valor Militare.

Nel settembre 1943, in un’Italia sconvolta dalla Guerra Civile, il “Gemona” viene disarmato e internato come gli altri reparti della Julia. Rinascerà per l’ennesima volta nel giugno 1956, dotato della nappina di colore bianco ad indicare il 1° battaglione di reggimento.

Nella storia recente, il “Gemona” e la 69a cmp, per il fondamentale contributo durante i mesi del terremoto Friulano del 1976 valgono al battaglione la Medaglia di Bronzo al Valore dell’esercito. Nel 1994 il “Gemona” è impiegato in missione di peacekeeping in Mozambico, dove viene insignito della Croce d’Argento al Merito dell’Esercito a cui nel 2009 fa seguito la Medaglia d’Argento al Merito dell’Esercito per l’esemplare comportamento in Afghanistan.

Oggi il “Gemona” è nuovamente dismesso ma la 69a cmp è viva e vegeta tra le fila del btg “Tolmezzo” e noi del Coro Le Voci dal Fronte siamo qui per continuare a narrare e cantare la sua storia, la Nostra Storia. MAI DAÛR.